ANNO XII - &MAGAZINE - 

Banche in crisi: Interventi sul capitale.

Banche in crisi: Interventi sul capitale.

Mentre la bufera imperversa su molte banche italiane, al punto da mettere in dubbio la tenuta stessa del sistema, da più parti si chiede chiarezza. Non solo Malacalza, il principale azionista di Carige, vuole “vederci più chiaro”, prima di parlare di ricapitalizzazione, ma anche il comitato a tutela degli azionisti della Banca Popolare di Bari chiede maggiore trasparenza, in attesa dell’approvazione di un nuovo piano industriale,  prevista nel corso del C.d.A. del  23 gennaio.

“Vogliamo ricordare – si legge in una nota del comitato –  alla Banca che i soci delle Popolari ne sono contemporaneamente i proprietari, i clienti e gli azionisti, avendo investito i propri risparmi nell’acquisto delle azioni, e quindi ogni modifica nella gestione della banca deve avvenire nell’ottica di una valorizzazione del loro investimento. Il Comitato vigilerà in modo che tale ovvio principio venga rispettato sempre e da tutti, nè si vede come si possa immaginare il rilancio di qualsivoglia azienda senza la convinta partecipazione dei propri azionisti o addirittura contro di essi. Quindi ogni intervento sul capitale sarà da noi osteggiato se, anziché produrre valorizzazione degli investimenti fatti, fosse inteso addirittura a ridurre ulteriormente il valore delle azioni esistenti”.

“Gli interventi sul capitale vanno preventivamente concordati con gli azionisti – prosegue la nota – e non imposti, anche al fine di bilanciarli con interventi a tutela concreta degli azionisti attuali. Purtroppo tutti gli interventi sul capitale del recente passato, realizzati da altre banche prescindendo dalla volontà e dalla condivisione degli azionisti hanno prodotto enormi distruzioni di risparmi dei cittadini, avversione ulteriore all’investimento azionario, premorienza delle banche “curate”. Tutte cose che hanno ulteriormente minato la fiducia dei risparmiatori verso l’intero mercato mobiliare, con gravissime ripercussioni sistemiche. Appare quindi poco corretto da parte della banca, approvare un piano industriale senza nessun confronto e concertazione con gli azionisti. Invitiamo – conclude la nota –  pertanto la banca sia a far conoscere i propri intenti e sia ad accettare un confronto su proposte che vadano incontro alle attese degli azionisti e consentano di definire al più presto ed insieme, provvedimenti concreti per superare l’attuale situazione”.

Meglio tardi che mai, ci viene da aggiungere.

 


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